In Aula abbiamo assistito all’ennesima occasione mancata: invece di discutere nel merito una proposta di legge per rafforzare il Servizio Sanitario Nazionale, la maggioranza ha scelto di cancellare il confronto.
Avremmo voluto parlare della vergogna delle liste di attesa e delle agende chiuse (in Liguria ancora oggi nessun appuntamento per dermatologia, risonanza, tomografia oculistica solo per fare i primi tre esempi), avremmo voluto parlare di medicina di prossimità, delle diseguaglianze territoriali, della carenza e sofferenza del personale medico sanitario, dell’urgenza di investire in prevenzione.
Avremmo voluto mettere al centro i dati reali, le carenze di un sistema ormai al collasso ma il Governo ha preferito fuggire.
Lo stesso Governo che continua a sottrarre fondi alla sanità per destinarli a operazioni inefficaci, che non rispondono ai bisogni dei cittadini, come l’accordo con l’Albania.
La salute è un diritto costituzionale, non un costo da comprimere, non un bisogno da ignorare
E senza un cambio di rotta, senza un serio investimento di risorse, non sarà possibile garantire cure, dignità e sicurezza alle persone.
Noi continueremo a batterci perché non venga abbattuto il principio di una sanità pubblica, universale e accessibile.
Perché, come ci ha insegnato Tina Anselmi, la salute è giustizia sociale.
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