Il 30 giugno del 1960 Genova scese in piazza per fermare il congresso del Movimento Sociale Italiano, erede diretto del fascismo. Migliaia di persone — lavoratori, studenti, partigiani — riempirono le strade per difendere la democrazia e i valori della nostra Costituzione.
Oggi, a 65 anni da quella rivolta, ho partecipato al corteo organizzato da CGIL e ANPI, insieme alla sindaca Silvia Salis, a tante e tanti compagni di strada, e a una città che non dimentica le sue radici antifasciste.
Essere in piazza oggi significa difendere quei valori anche nel presente. In un tempo in cui certe parole d’odio e certi atteggiamenti autoritari sembrano voler rialzare la testa, ricordare il 30 giugno non è solo un dovere, è un atto politico.
Genova resta un simbolo. E io sono orgogliosa di esserci, oggi come allora Genova saldamente dalla dalla parte della democrazia e della giustizia sociale.
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